Non mi sarei mai immaginata che le foglie del nespolo tingessero di rosa!
L'ho scoperto grazie a questo reel. Che meraviglia!
Tessuti tinti da me con le foglie e i rami del nespolo |
Avendo a disposizione un bel nespolo alto e rigoglioso, dopo questa scoperta mi sono messa subito all'opera e ho mordenzato delle pezze di cotone bianco per poterle poi tingere e usarle per i miei prossimi progetti (la mordenzatura è il trattamento che permette alle fibre di trattenere in maniera praticamente permanente la tintura).
In questo post voglio parlarvi del procedimento di tintura che ho usato, indicando la quantità di materiale del quale mi sono servita, giusto come indicazione, perché si possono poi fare esperimenti variando i quantitativi per vedere come cambia il risultato finale.
- Ho raccolto circa 300 grammi di materiale tra foglie e rami.
- Poi ho staccato le foglie dai rami e tagliato grossolanamente sia le une che gli altri.
- Nel pentolone che uso per la stampa botanica (mi raccomando, la pentola e tutte le attrezzature usate per la tintura e la stampa botanica non possono più essere usate per cucinare!) ho unito foglie e rami con 10 litri di acqua.
- Infine ho messo il tutto a cuocere a fuoco medio per un'ora e mezza, coprendo col coperchio.
- Passato questo tempo ho spento il fuoco e lasciato raffreddare, per poi filtrare il liquido ottenuto.
Ed ora arriva la parte vera e propria di tintura della stoffa che, ricordo, deve essere composta da fibre naturali, perché le fibre sintetiche non trattengono i coloranti naturali.
- Nel pentolone ho riversato la tinta filtrata prima e l'ho rimesso sul fuoco, sempre a fiamma moderata, immergendo bene la stoffa, per farla impregnare completamente con l'acqua tintoria.
Le fibre del tessuto hanno bisogno del calore per aprirsi bene e assorbire meglio la tinta, quindi ho lasciato la stoffa a sobbollire per un'oretta.
E' importante mescolare il tessuto di tanto in tanto.
Alcune stoffe, invece, si tingeranno dopo pochi minuti di immersione e non avranno bisogno di un bagno prolungato.
E' quindi necessario provare e sperimentare, magari usando un piccolo campione del tessuto che si vuole tingere per capire la modalità migliore da usare per la tintura (cioè se basta immergere per pochi minuti oppure far cuocere per più tempo).
- A seconda dell'effetto che si vorrà ottenere si potrà estrarre la stoffa passato il tempo di "cottura", a bagno tintorio ancora caldo, oppure lasciarla a mollo fino a raffreddamento del liquido.
Bisogna però sapere che, lasciandola nella pentola a raffreddare, potrebbero formarsi degli aloni qua e là, perché alcune parti riceveranno più tinta di altre. E' quindi meglio continuare a mescolare, anche se questo non elimina del tutto l'effetto "variegato".
- Una volta estratta la stoffa bisognerà strizzarla delicatamente, senza torcerla (attenzione all'acqua, se bollente!) e poi stenderla.
Quando il tessuto si sarà asciugato, consiglio di fare un breve risciacquo in lavatrice e, a seguire, una centrifuga a 400 giri, per poi far riasciugare la stoffa, che sarà quindi pronta per realizzare dei bellissimi progetti.
Nella prima foto che ho pubblicato in questo post si possono vedere i risultati degli esperimenti di tintura di cui ho parlato prima.
Il colore ottenuto è più o meno scuro a seconda anche del numero di bagni effettuati (una volta asciutta la stoffa si può ripetere l'immersione con "cottura" per rendere più intenso e scuro il colore) e si possono ottenere varie tonalità di rosa.
Tutto dipende dai tessuti, da come sono stati mordenzati, ecc.
Le mie stoffe tinte col nespolo hanno preso tonalità di rosa antico ma anche rosa cipria, oltre ad altre che non saprei definire.
Sempre nella prima foto di questo post, il tessuto a destra è quello tinto con l'aggiunta del ferro, che ha fatto virare il colore verso una tinta più violacea/grigia.
Ho anche usato uno dei tessuti realizzati con questa tintura come base per la stampa botanica.
Questo è il risultato:
Il rosa si è trasformato in arancione, mentre il colore più scuro, grigio, è il risultato dell'aggiunta di ferro, che è necessario nella stampa botanica se si lavora con foglie povere di tannini, che quindi non lascerebbero impronte abbastanza visibili.
In questo post, invece, ci sono altri esempi di stampe botaniche che ho realizzato in precedenza.
Ci sono tante piante che voglio utilizzare per scoprire quali colori regaleranno alle mie stoffe, quindi non appena li avrò sperimentati con successo scriverò nuovi post per farveli conoscere.
Adesso, però, sono curiosa di sapere se, prima di leggere questo post, sapevate che il nespolo permette di tingere di rosa.
Scrivetelo pure nei commenti.
A presto!
Chiara